Vivivalbrenta solitamente pubblica notizie relative agli eventi culturali, sportivi e di intrattenimento che si svolgono in valle. Non intende comunque esimersi da dare nota di episodi inqualificabili svoltisi in valle creando un'antipatico precedente. Viene quindi pubblicata una lettera di scuse consegnata alla stampa che Vivivalbrenta condivide in toto sperando di far riflettere
Titolo: Volevamo solo vincere il premio Darwin Awards…
Cari stranieri, vorrei chiedervi scusa.
Vorrei scusarmi in primis perché ho davvero provato
vergogna dopo gli ultimi eventi di casa nostra, e mi chiedo se avessimo
potuto evitarci questa pessima figura
nei vostri confronti e nei confronti della civiltà che al di fuori da queste
montagne si presenta sicuramente più evoluta .
Vivo a Valstagna da ormai da 15 anni e mai avrei pensato che
proprio qui, in una terra così aspra e ristretta potessero esserci
persone in grado di essere insignite del prestigioso premio Darwin
Awards.
Il Darwin Award
è un riconoscimento assegnato a
qualsiasi persona che abbia contribuito in qualche modo a portare il mondo all’autodistruzione del genere umano; per
vincere ci si deve comportare in maniera straordinariamente poco intelligente
contribuendo a rendere mentalmente sterile il genere umano.
Ebbene in questa terra che si distingue per questi
bellissimi paesini in riva al fiume, a queste straordinarie montagne che
sembrano impacchettarci e questa terra
fatta di terrazzamenti ,
esistono ancora delle personalità che come dei protei
riescono a sopravvivere ai cambiamenti climatici, ambientali e anche sociali
tanto da sconvolgere un intera comunità con gesti che non possono non lasciare
il segno.
Chi vive in questa terra non può non sapere e non conoscere
la storia di queste terre dove specie nel dopoguerra intere comunità emigrarono
in Svizzera, Belgio, Germania, Francia , Brasile per cercare l’America….
Si parla di fenomeno fino addirittura agli anni 90 quando
l’industrializzazione ha portato benessere con il ripopolamento di queste
terre.
Detto questo attonita mi chiedo come possano capitare ancora
atti di razzismo a livelli inaccettabili!
Il razzismo più
profondo e inaccettabile non è quello solamente contro le persone di colore, ma
anche contro persone dello stesso stato o paese che però non portano
magari cognomi autoctoni …
A volte credo che coloro che sono razzisti spesso siano
persone confinate mentalmente e anche fisicamente magari proprio tra pareti
rocciose come quelle di questa amata terra Valligiana; perché chiunque avesse
avuto la fortuna di girare un po’ il mondo come me, avrà sicuramente assaporato
la gioia di condividere qualcosa con un popolo straniero ma ospitale.
Sono addolorata che questi ragazzi che con tanto lavoro e
tanta pazienza hanno aspettato 15 anni per ottenere la nazionalità italiana per
poi sentirsi “rubare dalle mani la bandiera italiana” che secondo alcune menti
limitate e confinate non doveva essere portata da persone straniere.
Non voglio credere che tra loro ci fossero anche
Rappresentanze Comunali come i miei occhi sgranati hanno avuto la sensazione di
vedere, per ora spero di aver visto sbagliato ma mi auguro che il buonsenso
voglia far chiarezza.
Io credo che il senso civico di coloro che erano presenti a
questi fatti doveva essere prima di tutto quello di ricordare che i propri nonni quasi sicuramente erano migranti,
secondo era quello di intervenire a difesa di questi ragazzi
che stavano solo condividendo un momento sportivo che non deve e non può avere
barriere altrimenti non esisterebbe!!
Cari stranieri,
vorrei chiedervi scusa ma non so il mio grido possa
bastare; non mi espongo spesso ma
quando ci sono di mezzo i più deboli allora non ci sto!
vorrei dirvi di essere forti perché l’ignoranza è dura da
debellare,
vorrei dirvi di
essere fieri del vostro colore e della
vostra bandiera, perché anche io vorrei un giorno andare nel vostro paese e
poter condividere col vostro
popolo un momento di gioia!
Sono stata in paesi
stranieri dove l’ ospitalità è stata sempre alla base del biglietto da
visita di queste terre magari aspre come la Valbrenta ma mai ostili,
terre magari povere dove la gente spezza il prezioso pane
per darne una parte a noi che abbiamo la pelle o la bandiera di un altro
colore.
Come mi vergogno di vivere qui!
Spero con il cuore che voi abbiate l’intelligenza di capire
che Valstagna e Cismon sono fatte anche
di gente che vi aprirà sempre la porta quando chiederete un pezzo di pane,
come voi avete fatto con i nostri nonni
e come il vostro popolo fa con noi
quando siamo ospiti del loro paese!
Vi chiedo umilmente scusa perché questo premio Darwin Awards
non possa più ripresentarsi qui in valle e da nessun altra parte della terra.
Valstagna, Tonietto Luisa Albachiara