Un freno alla cementificazione, la salvaguardia della vallata e del fiume, un nuovo modo di intendere la mobilità urbana
«Le città e il territorio non possono più essere pensate come entità distinte. Sono beni comuni che appartengono a tutti. Difenderli significa difendere la nostra identità».È il messaggio lanciato sabato pomeriggio al convegno "Italia Nostra 1971/2011 - 40 anni di impegno per la città" dalle presidenti nazionale e regionale del sodalizio, Alessandra Mottola Molfino e Maria Letizia Panajotti, alla presenza del primo cittadino Stefano Cimatti. E dopo le dichiarazioni di principio, c´è stato anche un invito all´Amministrazione cittadina perché aderisca al progetto "Orti urbani", promosso assieme ad Anci e Coldiretti. «Dobbiamo rinaturalizzare i centri abitati - ha aggiunto la dirigente nazionale - chiedendo per esempio che per ogni metro quadro di nuovo asfalto, anche a Bassano, i piani territoriali prevedano il recupero a verde pubblico di un´identica superficie. Si tratta, quindi, di costruire una nuova idea di città che nasca da un´autentica volontà di tutela».Tutela che, in chiave bassanese, si declina lungo due direttrici principali. La prima guarda a nord, in Valsugana, la seconda si concentra sulla città, immaginandola a misura di pedone.
«Oggi come quarant´anni fa - ha dichiarato Roberto Sessi, chiamato a portare la voce della Valbrenta - la valle è minacciata da escavazioni e colate di asfalto. Sono interventi che rischiano di compromettere definitivamente il territorio. Per questo bisognerebbe fermare l´attività estrattiva finché non sarà chiaro il futuro delCanale di Brenta ».
«I 160 mila ciclisti transitati lo scorso anno lungo la ciclopista della Valsugana - ha aggiunto il presidente onorario della sezione bassanese, Eugenio Rinaldi - sono la prova che un´inversione di rotta è possibile. Più che di autostrade il territorio ha bisogno di viabilità su piccola scala, che si inserisca nel paesaggio senza stravolgerlo».
Parole riprese dal presidente dell´associazione "Bacino Acque Brenta", Rolando Lubian.
«Il fiume è un sistema complesso e fragile allo stesso tempo - ha dichiarato - e dal nostro punto di osservazione, letteralmente nell´alveo, vediamo anche gli attacchi che deve subire. Prelievi d´acqua e scarichi minano la salute di una via d´acqua sulla quale si è costruita anche la nostra storia».
Dalle criticità della valle l´incontro si è spostato al futuro della città.
«La precedenza a pedoni e biciclette - hanno dichiarato i due portavoce del sodalizio, Mario Baruchello e Carmine Abate - è una nostra priorità assoluta. Lo sviluppo della motorizzazione, in controtendenza con le indicazioni europee, ha accelerato anche in città i fenomeni di degrado sociale e urbano. Invitiamo a ridurre i flussi di auto, a favore di una mobilità rispettosa del territorio».
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